L’amore smarrito, l’infanzia ritrovata, la nuova ribellione: Misplaced Childhood, l’album-poema dei Marillion tradotto in italiano

Quando una canzone resta al top delle classifiche per 14 settimane filate, significa che è molto orecchiabile, ma non solo: ha un messaggio che arriva con immediatezza; e una bellezza in note, una verità in parole, che la gente sente a ogni ascolto. A sorprendere è che il singolo sia Kayleigh dei Marillion, una band minore di prog-rock; parliamo della metà degli anni ’80, quando quel genere, in teoria, aveva già esaurito la sua spinta autoriale nei mitici ’70.

Un amore perduto fra i rimorsi, di questo parla Kayleigh, ce l’hanno un po’ tutti alle spalle: chi non ha mai cercato di dare un senso a una storia finita nell’incomprensione, per i bivi del destino? O rovinata dai tradimenti, e degenerata nell’incomunicabilità? Non c’è nulla di più maledettamente romantico del verso “Kayleigh, non volevo spezzare il tuo cuore / Ma tu hai spezzato il mio“, cantato nella roboante voce di Fish, il frontman dei Marillion. E’ naturale immedesimarsi nel rimpianto di ricordi passionali, come “le fughe all’alba dall’atrio di scuola lucido di luna” e “le passeggiate a piedi nudi sotto le stelle cadenti“, o “l’amarsi sul pavimento in Belsize Park“. Danzano nella mente, durante l’ascolto del brano, le visioni sfumate di matrimoni mai celebrati; e nelle orecchie si riascoltano le promesse d’amore eterno diluitesi nell’amarezza, o frantumatesi nel rancore. Perché, si chiede Fish, e ce lo chiediamo noi, diventa così impossibile “ricucire un’amicizia che era destinata a vivere per sempre?”

Il successo mondiale di Kayleigh trainò anche le vendite dell’album, un’opera concettuale che lega insieme le dieci tracce; è così che Misplaced Childhood divenne un inno generazionale, non solo il disco più venduto nella quarantennale storia della band scozzese. Oggi è riconosciuto come una pietra miliare del rock; e rimane la più grande eredità di Fish, nome d’arte del poeta Derek Dick, che si separò dai Marillion nel 1989: troppi i dissidi con l’altro ego del gruppo, il geniale chitarrista Steve Rothery.

Marillion
Fish, Steve Rothery, Mark Kelly, Ian Mosley, Pete Trewavas

Dagli inizi degli anni ’90 Fish proseguì una carriera da solista in tono minore, avendo però acciuffato il suo sogno: diventare una rockstar. Un sogno che bruciava dentro di lui fin dalla giovinezza, e che consumò molte delle sue energie; al prezzo di sacrificare importanti relazioni affettive, e di rischiare la salute e il proprio equilibrio mentale. Kayleigh non è una semplice ballata romantica, ma è un pezzo della storia più ampia raccontata in Misplaced Childhood Infanzia Smarrita, i cui testi sono tutti firmati da Fish. L’album assurge a poema formativo di “un anonimo poeta scozzese” pieno di ideali, che dai sobborghi difficili di Edimburgo intraprende la scalata verso la gloria; sulle ali della musica, dalle bettole di periferia, planerà sui palchi sfavillanti, risucchiato però in una continua girandola di tour, lunghe sessioni di registrazione, e viaggi promozionali.

Con la prima fama arriva rapida anche la vanagloria e soprattutto la decadenza: il sesso facile, la droga, l’alcol. Quello stile di vita, “nient’affatto semplice“, fa smarrire la “direzione” al poeta, con serie conseguenze: l’incapacità di mantenere rapporti stabili; e l’accantonamento dei valori fondativi della sua voce autoriale. La solitudine, sotto questo “carnevale di luci“, è una scelta precisa, egoistica; ma dentro di lui si allarga una grande ombra che spegne tutto. A smarrirsi non è solo l’amore per Kayleigh – Fish ha rivelato che la donna della canzone è una somma di fidanzamenti finiti male: ma pure l’entusiasmo per la vita, lo stupore per la bellezza del mondo, l’indignazione per le sue brutture; si perde l’amor proprio, e la stima in se stessi. Non conta più nulla vivere da rockstar – come spiega nel brano d’apertura – “al sicuro di un kimono in simil seta in una stanza d’hotel“, se non rimane più niente a cui aggrapparsi: nemmeno quei ricordi di un’infanzia felice, ormai dimenticata.

La storia di Misplaced Childhood è il viaggio per tornare a quell’innocenza tradita; e il primo passo di questa epopea interiore – come ha ammesso Fish – avviene con un “casuale” trip lisergico che genera la visione di un “bimbo, il bimbo che sapeva amare, il bimbo prima che gli spezzassero il cuore“. Solo riconnettendosi con quella parte del proprio “io” sarà possibile “liberarsi” dai rimorsi, e dal senso di una vita sprecata. All'”ombra della gazza“, simbolo popolare di morte ma anche di fortuna e di rinascita, decide di lasciarsi alle spalle quella decadenza: “una nuova luce guida il tuo destino, brucia nelle ceneri della tua memoria“. La poesia, il desiderio di scrivere finalmente la canzone per Kayleigh, diventa un catalizzatore di nuove forze, da convogliare nella “giusta direzione“: così quella che all’inizio appare come una lettera di espiazione, pian piano si trasforma in un messaggio di speranza, “per andare avanti con la vita“. Compiuta la riappacificazione con il proprio spirito più puro, c’è di nuovo l’identificazione nei valori che contano: l’uomo ritrova il rispetto di se stesso, ridà un senso al suo esistere; il poeta raccoglie di nuovo gli ideali degli esordi, di verità e bellezza, e rinnova la ribellione contro un mondo di guerre, corruzione, di povertà.

Se è istintivo adorare Kayleigh già dalle prime note, per apprezzare l’intero album è necessario uno sforzo di comprensione del testo; una dolce fatica, essendo rilegato nel fantastico spartito firmato dall’intera band. Musicalmente, Misplaced Childhood solleva l’anima come una piuma – White FeatherPiuma Bianca, è la canzone di chiusura dell’album, sigillo della finale rinascita: l’ascoltatore fluttua nelle arcate celesti pennellate dalla chitarra di Rothery; guizza per le correnti sonore tracciate dal piano di Kelly; danza con la ritmica ora impetuosa ora melodica impressa dal basso di Trewavas e la batteria di Mosley. E Fish, con un’interpretazione intensa ed emozionante, intesse con la tua anima un fitto dialogo; è la sua vicenda, ma è una storia che si fa esemplare: potrebbe essere benissimo la nostra, quando nei momenti di rottura scivoliamo verso una resa, eppure desideriamo risollevarci; quando la nostra vita è incanalata in direzioni che non ci piacciono, e cerchiamo una svolta; quando intorno a noi vediamo un mondo che ci fa paura, con i suoi conflitti, le ingiustizie, le sue meschinità, e vorremmo cambiarlo.

C’è sempre una finestra – parafrasando da La Fine dell’Infanzia? – a cui affacciarsi, e scorgere un arcobaleno; c’è sempre uno specchio in cui guardarsi, e scoprire che le risposte alle nostre domande e ai nostri dubbi sono in fondo ai nostri occhi; e c’è il nostro cuore, quello di quando eravamo bambini e che credevamo perduto, ma è pur sempre dentro di noi: con questo cuore, di cui dobbiamo andare orgogliosi, ci dicono i Marillion, possiamo fare qualsiasi cosa.

Misplaced Childhood – Infanzia Smarrita

Kimono in Simil Seta

Rannicchiato al sicuro di un kimono in simil seta

Indossando anelli di fumo, incomprensione nuda

Macchie di nicotina, lunghe lacrime secche, invisibili.

Al sicuro tra le mie parole, imparando dalle mie stesse parole.

Scherzo crudele, scherzo crudele.

Rannicchiato al sicuro di un kimono in simil seta

Una puledra mattutina corre, nelle fessure senza stelle dei miei occhi

Un’infanzia smarrita, il suo spirito, sorge per parlare onesta

A un orfano dal cuore spezzato, disilluso e ferito.

Un rifugiato, un rifugiato.

Kayleigh

Ti ricordi? I cuori in gessetto intrecciati sul muro di un parchetto

Ti ricordi? Le fughe all’alba dall’atrio di scuola lucido di luna

Ti ricordi? Il ciliegio in fiore nella piazza del mercato

Ti ricordi? Pensavo già al riso nei nostri capelli.

A proposito, non sono io ad averti spezzato il cuore?

Ti prego scusami, non volevo spezzarti il cuore

Sono così dispiaciuto, non volevo spezzarti il cuore

Ma tu hai spezzato il mio.

Kayleigh, è troppo tardi per dire mi dispiace?

E Kayleigh, potremmo ricucire un rapporto normale?

Non fingerò più che sia stata una fine naturale.

Kayleigh, oh, non avrei mai detto che mi saresti mancata

E Kayleigh, pensavo saremmo rimasti amici per sempre

Dicevamo che il nostro amore sarebbe durato in eterno

Quindi com’è giunto a questo finale amaro?

Ti ricordi? A piedi nudi sul prato sotto stelle cadenti

Ti ricordi? L’amarsi sul pavimento in Belsize Park

Ti ricordi? Danzare sulla neve in tacchi a spillo

Ti ricordi? Non capivi mai perché dovevo partire.

A proposito, non sono io ad averti spezzato il cuore?

Ti prego scusami, non volevo spezzarti il cuore

Sono così dispiaciuto, non volevo spezzarti il cuore

Ma tu hai spezzato il mio.

Kayleigh, voglio solo dire mi dispiace

Ma Kayleigh, ho troppa paura ad alzare la cornetta

Sapere che un altro amore ha rattoppato la nostra casa rotta

Kayleigh, ancora cerco di scrivere quella canzone d’amore

Kayleigh, per me è più importante ora che te ne sei andata

Forse proverà che abbiamo fatto bene

O proverà che davvero ho sbagliato.

Lavanda

Camminavo nel parco sognando una scintilla,

Quando ho sentito gli irrigatori stillare

Brillantezza nei prati tremolanti d’estate.

Poi ho sentito i bambini cantare,

Stavano correndo attraverso gli arcobaleni,

Stavano cantando una canzone per te

Beh, sembrava una canzone per te

Quella che volevo scrivere per te, per te.

Te.

La lavanda è blu, dilli-dilli, la lavanda è verdina

Quando sarò Re, dilli-dilli, tu sarai Regina

Un centesimo per i tuoi pensieri mia cara

Un centesimo per i tuoi pensieri mia cara

Ti sono debitore del tuo amore

Ti sono debitore del tuo amore.

La lavanda è verdina, dilli-dilli, la lavanda è blu

Quando tu mi ami, dilli-dilli, quella che amo sei tu

Un centesimo per i tuoi pensieri mia cara

Un centesimo per i tuoi pensieri mia cara

Ti sono debitore del tuo amore,

Ti sono debitore del tuo amore.

Del tuo amore

Suite Amara

I Breve Incontro

Un ragno vaga senza meta nel tepore di un’ombra;

Non la regale creatura delle miniere di frontiera

Ma il parente povero, maldestro e senza direzione

Di un anonimo poeta scozzese.

La foschia avanza dal canale

Come un primordiale fantasma da romanzo

Ripiegandosi sotto al neon in una cascata di polline.

Mentre siedo appeso al telefono come un padre in ansia

Il tuo garofano appassisce in un vaso da fiori.

II Weekend Perduto

Un treno dorme in un binario di sosta

L’autista si trangugia un’altra lattina di birra

Per scacciare i ricordi di un venerdì sera giù al bar.

Lei faceva da tappezzeria a sedici anni

Farà da tappezzeria a trentaquattro

Sua madre la chiamava “bella”

Il suo maturo uomo diceva “una troia”.

III Angelo Blu

Il cielo era di un nero biblico a Lione

Quando incontrai la Maddalena;

Era statuaria sotto a un lampione

Rifiutò di darmi il suo nome.

E lividi viola a forma di cerchio

Erano inchiodati sul suo braccio.

Duecento franchi per un rifugio, e per mano mi condusse

In una stanza d’ombre danzanti dove il mal d’amore scompare.

E tra le lingue ardenti delle candele, la sentii bisbigliare

“J’entend ton coer

J’entend ton coer”

Riesco a sentire il tuo cuore

Sento il tuo cuore.

IV Rendez-vous mancato

Si sta facendo tardi, per scribacchiare e tirar righe sulla carta;

Qualcosa dovrà cedere sotto questa pressione

E gli squarci già iniziano a far comparsa.

E’ troppo tardi,

La ragazza in carriera del weekend sull’aereo non è salita,

Dicevano che questo non sarebbe più capitato;

Così sbagliato, così sbagliato

Questa volta sembra essere un altro rendez-vous mancato

Questa volta assomiglia a un altro rendez-vous mancato

Con te.

La parallela di te.

Te.

V Pollice al vento

Nella periferia del nulla

Per la tangente verso qualche parte

Sul ciglio dell’indecisione

Prenderò sempre la via della rotonda,

Attendendo la pioggia;

Perché sono nato con un’abitudine, e da un segno:

L’abitudine del pollice al vento,

E il segno della pioggia.

Piove su di me.

Cuore di Lothian*

(*contea scozzese)

I Teppisti

Ha iniziato a piovere

Ha iniziato a piovere

Ha iniziato a piovere

Teppisti, teppisti, teppisti, nati coi cuori di Lothian

Teppisti, eravamo teppisti, nati coi cuori di Lothian

Teppisti, eravamo teppisti, questi cuori di Lothian.

Sono le sei nei palazzoni,

Stalagmiti di conflitti culturali.

E i danzatori delle luci fantastiche s’inchinano, ballano in squadriglia

Spargono i loro feromoni su questa divisa di profumo.

E l’anarchia sorride lungo il Miglio Reale.

E aspettiamo le canaglie, i giovinastri, i teppisti

Piazzati, chiassosi provinciali,

Le fortunate signorine nei bar:

Conquisteranno la meta del venerdì.

Sono nato con un cuore di Lothian

Sono nato con un cuore di Lothian

Con un cuore di Lothian.

Sono nato con un cuore di Lothian, con un cuore di Lothian.

II Applausi a scena aperta

E l’uomo della rivista vuole un altro scatto di te raggomitolato

Perché sembri un attore nella sequenza di un film

Ma ti senti come un randagio in un parcheggio

Ma poi come ci sono finito qui?

Davvero abbiamo bisogno di replicare lo spettacolo?

Perché i teppisti vogliono andare per locali.

Andiamo.

E l’uomo allo specchio ha la tristezza negli occhi.

Bar (Expresso Bongo)

Quando i taxi si radunano in ridicola solennità

Carri funebri portano in corteo la morte della verginità.

Era paradiso perduto o paradiso scoperto?

Conquistavamo rispetto o era un’idea da difendere?

Avevi trovato il vero amore, o così credevi

E i teppisti si tatuavano sulle braccia i tuoi cuori

Così quando pensi sia tempo di andare

Quando pensi sia tempo di andare

Non sorprenderti, mai si mostrano gli eroi.

E i chiacchieroni vendono false impressioni

Rovesciando occhiate alla cameriera con motti americani

Abbindolando angeli al bancone con fascino e Martini

Mentono con ogni parola e con le mani

Abbassano i loro nasi sulle migliori strisce

E rifiutano i vini modesti.

E i teppisti

Han sul collo morsi d’amore per i loro misfatti.

Così quando pensi sia tempo di andare

Quando pensi sia tempo di andare

Non sorprenderti, mai si mostrano gli eroi.

I Signori del dietro le quinte

Una canzone d’amore senza valore

Fingo che tu per me non contassi granché.

Assuefatto bimbo del Valium, annoiato da insignificanti conflitti

Solinghi lampi di luce, diamanti intrappolati in nero ghiaccio

Uno specchio crepato tra le strisce bianche.

Volevo solo che tu fossi la prima

Volevo solo che tu fossi la prima

Le ceneri bruciano, bruciano

Le ceneri bruciano, bruciano.

Uno stile di vita nient’affatto semplice

Ma non sto chiedendoti compassione.

Conversazione, non riuscivamo mai a conversare

Lontani da tutto quel che c’era fra noi.

Un signore del dietro le quinte, creatura del linguaggio

Sono così fuori, e sono troppo chiuso in me stesso.

Volevo solo che tu fossi la prima

Volevo solo che tu fossi la prima

I ponti bruciano, bruciano

I ponti bruciano, bruciano

Ora! Ora! Ora! ora!

Curve cieche

I Vocale sotto alla spia rossa (in sala di registrazione)

La scorsa notte hai detto che ero freddo, inavvicinabile

Dentro a uno spartito da solista in un’altra città.

Voglio solo essere libero, sono felice di stare da solo

Non riesci a starmi lontano?

Lasciami in pace con i miei pensieri.

Solo un fuggiasco, solo un fuggiasco

Sto salvando me stesso.

II Estranei di Passaggio

Strafatto sotto a un carnevale di luci roteanti

Un gemere freddo, aggrappato alla cresta della notte

Sono troppo stanco per lottare.

Quindi ora siamo estranei di passaggio, al tavolo singolo;

Ancora tentando di tirarmi su

E di scrivere canzoni d’amore per estranei di passaggio

Tutti quegli estranei di passaggio.

E le abbaglianti bugie, tutte quelle abbaglianti bugie

Luccicano sulla carta nell’inchiostro umido.

III Mylo

Oh, ricordo Toronto quando Mylo cadde,

E seduti al telefono piangemmo.

Mai mi ero sentito così solo

Era dei nostri il primo;

Alcuni di noi cadono in un fulgido anonimato

Alcuni di noi cadono in una foschia di clamore

Il prezzo dell’infamia, il crinale della follia.

Altro albergo, altro domicilio temporaneo

E un intervistatore mi minacciò con un microfono:

“Parlami, non vuoi dirmi la tua storia?”

Così parlai di coscienza e parlai del dolore.

E guardò fuori dalla finestra e iniziò a piovere;

Pensai, forse sono già ammattito.

Così afferrai una bottiglia e lui andò all’uscita.

E raccolsi dal pavimento la smezzata pastiglia

Invito a una casuale oscenità.

IV Cammino lungo il perimetro

Sarebbe incredibile se potessimo

Ripercorrere tutte le volte che qui abbiam vissuto

Tutti i conflitti.

Perso, non sono mai stato così perso

Non sono mai stato così fuori prima d’ora.

Cammino lungo il perimetro

C’è una presenza, qui

Sento potrebbe essere antica

Sento potrebbe essere mistica;

C’è una presenza qui

Un bimbo, il mio bimbo

La mia infanzia, un’infanzia smarrita,

Dammela indietro, dammela indietro

Un’infanzia, quell’infanzia?

Un’infanzia! Quell’infanzia!

Oh, ti prego, dammela indietro.

V Soglia

Vidi in una lavanderia una vedova di guerra

Lavava via i ricordi dagli abiti di suo marito

Aveva medaglie appuntate su un liso cappotto

Un nodo alla gola e occhi da funerale.

Vedo colonne di mezzi strisciare per le strade della Germania Ovest

Con l’intenzione di provocare una guerra

Vogliono pareggiare i conti.

Oh…Non ne posso più.

Vedo bandiere a lutto sulle fabbriche,

Mestoli di minestra sospesi sulle labbra di indigenti,

E bimbi con sguardi assenti, nei cortili, destinati ai violenti.

Importa a qualcuno? Non ne posso più.

Dovremmo dire arrivederci?

Hey!

Vedo preti, politici?

Eroi in teli di plastica nera coperti da bandiere

Vedo bambini supplicanti con mani allungate

Infradiciate di napalm, e non è il Vietnam.

Non ne posso più, dovremmo dire arrivederci?

Come possiamo giustificarci?

Ci chiamano civilizzati!

La fine dell’Infanzia?

Ed era mattina

E mi sono ritrovato a piangere

Per un’infanzia che pensavo sparita

Ho guardato fuori dalla finestra

E ho visto una gazza nell’arcobaleno, la pioggia era finita.

Non sono solo, mi sono voltato allo specchio

E ho visto te, il bambino che un tempo amava,

Il bambino prima che gli spezzassero il cuore

Il nostro cuore, il cuore che credevo perduto.

Hey, tu, sorpreso? Davvero sorpreso

Di scoprire che le risposte alle domande

Erano sempre state nei tuoi occhi.

Capisci che glielo stai restituendo a lei?

Ripercorrerà tutti i problemi incontrati finora.

Niente di più falso

Perché lei deve andare avanti con la sua vita

E tu devi andare avanti con la tua.

Quindi vedo che sono io, posso fare qualunque cosa

E sono ancora il bambino

Perché la sola cosa smarrita era la direzione

E ho trovato la direzione.

Non c’è fine all’infanzia

Perché tu sei il mio amico d’infanzia

Oh, indicami la via.

Hey, tu, sei sopravvissuto. Ora sei giunto

A rinascere sotto l’ombra della gazza.

Adesso lo capisci che devi liberarti

Hai trovato la luce guida del destino,

Brucia nelle ceneri della tua memoria.

Vuoi cambiare il mondo;

Ti eri rassegnato a morire da ribelle fallito,

Ma quello era guardare al passato

Adesso hai trovato la luce.

Tu sei il bambino che un tempo amava

Il bambino prima che gli spezzassero il cuore

Il nostro cuore, il cuore che credevo perduto

Quindi sono io, lo vedo, posso fare qualsiasi cosa

Sono ancora il bambino

Perché la sola cosa smarrita era la direzione

E ho trovato la direzione.

Non c’è fine all’infanzia

Sono il tuo amico di infanzia,

Oh, indicami la via.

Piuma Bianca*

(*simbolo di codardia affibbiato ai giovani non ancora partiti al fronte durante la I Guerra Mondiale)

Quando mi sono messo in pista nel ‘81

Ho trovato un cuore nella scolo e una corona da poeta

Sentivo baci di filo spinato e lacrime gelate.

Dove sono stato per tutti questi anni?

Ho visto intrighi politici, e dei politici le bugie

Voglio spazzar via quei sorrisi compiaciuti dai loro occhi.

Indosserò la vostra piuma bianca

Porterò alta la vostra bandiera bianca

Giurerò di non aver nazione

Ma sono orgoglioso di avere il mio cuore.

Indosserò la vostra piuma bianca

Porterò alta la vostra bandiera bianca

Giurerò di non aver nazione

Ma sono orgoglioso di avere il mio cuore.

Il mio cuore, questo è il mio cuore.

Non abbiamo bisogno delle vostre uniformi

Non abbiamo travestimenti

Divisi restiamo, insieme risorgeremo.

(Tutti i bambini di Beirut!

I bambini di Gerusalemme!

Tutti i bambini di Tokyo!

I bambini di Mosca!)

Indosseremo la vostra piuma bianca

(I bambini di Washington!)

Porteremo alta la vostra bandiera bianca

(I bambini di Monaco!)

Giureremo di non aver nazione

(I bambini di Chicago!)

Ma siamo orgogliosi di avere il nostro cuore

(I bambini di Berlino!)

Indosseremo la vostra piuma bianca

(I bambini di Melbourne!)

Porteremo alta la vostra bandiera bianca

(I bambini di Toronto!)

Giureremo di non aver nazione

(I bambini di Istanbul!)

Ma siamo orgogliosi di avere il nostro cuore

(I bambini di Soweto!)

Questi sono i nostri cuori

(I bambini di Glasgow!)

Questi sono i nostri cuori

(I Bambini del Cairo!)

Non potete portarci via i cuori

(I bambini di Boston!)

Non potete rubarci i cuori

(I bambini di Londra!)

Non posso più girarmi dall’altra parte

(I bambini di Stoccolma!)

Non più.

(I bambini di Varsavia!)

Non posso più girarmi dall’altra parte

(I bambini di Budapest!)

Non più, non più…

Non più…

Non più…

Fine

Traduzione di Cristiano Arienti

In copertina: Cover di Misplaced Childhood dei Marillion

Marillion: the story of Misplaced Childhood | Louder (loudersound.com)

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